Tra pochi giorni è Halloween. Quella festa tanto famosa, onorata in ogni parte del globo. Quella ricorrenza che nasce come spartiacque tra l’estate e l’autunno. Quel momento che, secondo l’antica tradizione celtica, segnava il passaggio da una stagione propizia all’inizio di quella che poteva nascondere delle insidie per i raccolti e per il bestiame. Era la fine di un ciclo che si festeggiava con lo Samhain, il nome originario di quel rito che è poi diventato Halloween. L’intento era quello di guadagnarsi la benevolenza delle divinità per affrontare la stagione rigida nel migliore dei modi.
Si credeva che, in questa notte, le anime tornassero sulla terra. Era la notte che segnava l’inizio del letargo della natura. La simbologia tetra che vi sta dietro è proprio legata a questa concezione. E allora c’era chi si travestiva per passare inosservato qualora avesse incontrato qualche spirito a passeggio, e chi invece offrisse dolci e delizie per allietare il palato di streghe, mostri e vampiri.
Insomma tra antiche usanze, dicerie, operazione di marketing e quant’altro, una cosa è certa. Il 31 ottobre è la notte in cui, tra zombie e lupi mannari, i protagonisti assoluti diventano i dolci. Una scusa per allietare il palato di grandi e piccini perché non c’è nessuno che, tra zucche e maschere terrificanti, non passi questa notte senza mangiare leccornie!
Una tradizione che si evolve nei tempi
Come ogni cosa, anche la notte più paurosa dell’anno si adegua agli usi e ai costumi delle diverse epoche. Ma tra zucche scavate con lumini inseriti all’interno per fare luce ai viandanti che bussano di casa in casa per chiede qualsiasi tipo di grazia, tra scherzi più o meno macabri di ragazzini americani, una cosa resta un punto fermo. La fatidica frase che rimbomba nelle teste di ognuno di noi quando pensiamo che ottobre sta finendo. “Dolcetto o scherzetto?”.
Film, cartoni, slogan, qualsiasi cosa ha perpetuato questo motto tipico di Halloween. Se dovessimo pensare a una claim per sponsorizzare questa festa, niente sarebbe più appropriato ed evocativo. Perché in quelle tre parole è celato il senso che si è perpetuato attraverso i secoli. Un “dolcetto” a chi bussa alle medioevali porte per avere di che sfamarsi durante l’inverno o per distrarre gli spiriti maligni dall’insidiare gli abitanti di un antico villaggio celtico. Per non subire eventuali piccoli dispetti!
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All’insegna della salute senza trascurare la bontà
Tra usanze pagane, cristiane, medioevali, moderne, postmoderne e contemporanee, l’immaginario comune vuole che gli esseri infernali che ci vengono a trovare in questa notte dell’anno, possano assaggiare con noi qualche squisita prelibatezza. Quanto meno per addolcirne le intenzioni!
A ogni momento storico le sue tradizioni. E in questo caso anche le sue ricette! E quale prodotto è più in voga se non la Cannabis Light in questo momento?
Se ne parla tanto in relazione alle sue ottime qualità terapeutiche, al notevole apporto nutrizionale che contengono i suoi semi e l’ormai famoso CBD Oil. Riconosciute sono le sue capacità di curare i sintomi di numerose patologie. Note le caratteristiche rilassanti e capaci di favorire il giusto ritmo del sonno.
Ma poco si parla anche della golosità che la Canapa può conferire ad alimenti già di per sé gustosi. Quel tocco in più che non guasta, diremmo! E allora ecco accoppiate vincenti: biscotti e torte con farina di Canapa, leggeri, nutrienti e appetitosi. Cioccolatini e dolci vari insaporiti con burro e olio della pianta multitasking, che nutrono senza disturbare e facendoti venire l’aquilina in bocca. Perché è risaputo che generalmente le cose salutari non riescono a essere invitanti e succulenti. Ma se pensassimo a muffin di cioccolato con farina di Canapa? Li possono mangiare anche chi è intollerante al glutine, chi ha deciso di essere vegano o chi è vegetariano. Salute e bontà per un connubio vincente. E noi di Hemp Act lo sosteniamo a voce alta.
Un ‘alternativa appetitosa che potrebbe tenere lontano spiriti dispettosi e antipatiche streghe!
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